terça-feira, 18 de agosto de 2009

Una notte in Italia

Una Notte In Italia
Ivano Fossati

È una notte in Italia che vedi
questo taglio di luna
freddo come una lama qualunque
e grande come la nostra fortuna
la fortuna di vivere adesso
questo tempo sbandato
questa notte che corre
e il futuro che arriva
chissà se ha fiato.

È una notte in Italia che vedi
questo darsi da fare
questa musica leggera
così leggera che ci fa sognare
questo vento che sa di lontano
e che ci prende la testa
il vino bevuto e pagato da soli
alla nostra festa.

È una notte in Italia anche questa
in un parcheggio in cima al mondo
io che cerco di copiare l'amore
ma mi confondo
e mi confondono più i suoi seni
puntati dritti sul mio cuore
o saranno le mie mani
che sanno così poco dell'amore.

Ma tutto questo è già più di tanto
più delle terre sognate
più dei biglietti senza ritorno
dati sempre alle persone sbagliate
più delle idee che vanno a morire
senza farti un saluto
di una canzone popolare
che in una notte come questa
ti lascia muto

È una notte in Italia se la vedi
da così lontano
da quella gente così diversa
in quelle notti
che non girano mai piano
io qui ho un pallone da toccare col piede
nel vento che tocca il mare
è tutta musica leggera
ma come vedi la dobbiamo cantare
è tutta musica leggera
ma la dobbiamo imparare.

È una notte in Italia che vedi
questo taglio di luna
freddo come una lama qualunque
e grande come la nostra fortuna
che è poi la fortuna di chi vive adesso
questo tempo sbandato
questa notte che corre
e il futuro che viene
a darci fiato



Uma certa noite, de tanto tempo, parti de Genova e vi a sua silhueta desaparecer lentamente no horizonte. Junto comigo um grupo de pessoas que deixavam suas casas e famílias e partiam no navio grande e branco... Era Novembro, fazia frio. Eu voltava para o que estava acostumada a chamar de casa, após meses longe e eles deixavam a deles.
Genova... Onde caminhar pelas ruas me recorda o som do povo em São Paulo, aquela música da língua que cada região tem e que é tão peculiar. Não, não é o dialeto genovês, que tem pouco ou nada do português. É o som, o modo de falar o italiano das ruas de Genova.
Logo que cheguei na Italia pensavam sempre que eu fosse de lá. Agora, depois de tantos anos arrasto um quase romanesco, imperfeito como deve ser, direto e explícito como só um romano fala.
Mas o cheiro da maresia, aquela imagem da nave que some na noite, eu nunca esqueci.
Nem os amigos que fiz ali.

Baci speciali a Claudina (Vernier), che non vedo da tanti anni.

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